GEAR E STRUMENTAZIONE

L’AMPLIFICAZIONE DELLE CHITARRE ACUSTICHE

di Sofia Savoia

Cari Guitar-Nauti,

il fascino della chitarra folk risiede proprio nel suo avere un suono interamente acustico, naturale, semplice. Non sorprende il fatto che, nonostante le moderne tecnologie abbiano ampliato profondamente il range di suoni che uno strumento può produrre, le chitarre acustiche abbiano mantenuto il loro ruolo dominante nel panorama musicale.
Perché, allora, amplificare una chitarra acustica? La ragione più ovvia è legata alla necessità di avere un volume più alto. Suonare su un palco o in spazi aperti può implicare una dispersione eccessiva del suono, cosicché una semplice chitarra viene a passare totalmente inosservata. Grazie all’amplificazione invece si potrà giocare sul volume, sui bassi e così via, anche se oggi vengono prodotte addirittura chitarre “ibride” che di fatto consentono di passare da un suono acustico ad un suono elettrico e viceversa con facilità. Un esempio è la particolarissima (e spesso poco capita) Taylor T5Z.

 

Chitarra elettroacustica o amplificata in un secondo momento?

La prima questione, se ci si trova nella necessità di amplificare l’acustica, subentra al momento dell’acquisto: meglio comprare una chitarra elettroacustica, quindi già amplificata, oppure una normale acustica da amplificare in seguito?
Si tratta di una questione per lo più soggettiva, che può dipendere dalla frequenza con cui si intende usarla, dal tipo di amplificazione che si cerca, dallo stile che si suona maggiormente.
Di certo avere una chitarra già amplificata ha molti vantaggi, il più logico nel fatto di non necessitare interventi, essendo essa già munita di pick up.
Attenzione però a non imbattersi in un facile errore, che è quello di lasciarsi persuadere più dal suono elettrificato che da quello acustico.  Se si punta ad uno strumento di qualità, la prima cosa da guardare è il suono acustico (fortemente legato alla qualità del legno e della costruzione) e, solo in un secondo momento, valutare il suono amplificato (che può invece trarre in inganno). Vale ovviamente anche il discorso inverso: possono esserci chitarre dall’ottimo suono acustico, munite di pickup scadente.
Per questo motivo, se ci si imbatte in una chitarra acustica che produce proprio quel suono che amiamo di più (oppure se già la possediamo), vale senza dubbio la pena investire su quella ed amplificarla in seguito.
 

amplificazione-chitarre-acustiche-3Serve sempre?

Come specificato sopra, l’amplificazione di una chitarra acustica può essere un’esigenza per alcuni, e risultare invece inutile per altri. Al di là dei semplici gusti personali, vale il principio fondamentale secondo cui più lo strumento è lasciato “integro”, meglio è. Il sistema di amplificazione, specialmente nelle elettroacustiche di fabbrica, implica spesso un intervento sul legno della cassa, come fori, inserimento di leve e pulsanti, e ovviamente il foro per il jack. Vedremo tra poco che non tutti i metodi di amplificazione richiedono interventi di questo tipo, ma in generale si può ritenere che, laddove non richiesto, il pickup possa in qualche modo guastare la propagazione del suono (non è un caso che le principali case produttrici di chitarre, ad esempio Martin, realizzino sistemi di amplificazione il meno invasivi possibile).

 

Sistemi di amplificazione:

Microfono interno: sistemare un piccolo microfono all’interno o in prossimità della cassa è da molti considerato il metodo per ottenere il suono migliore, che rende giustizia alla natura acustica dello strumento. Tuttavia presenta numerose problematiche: anzitutto, se il microfono non è di buona qualità, catturerà molti rumori esterni, inoltre a volume alto può produrre fastidiosissimi feedback. Per adottare efficacemente questa soluzione si deve essere disposti a fare un investimento cospicuo. (alcuni esempi, in varie fasce di prezzo, sono il microfono B-Band condenser, l’Higlander e il Miniflex).
Magnetico (soundhole pickup): facilissimo da installare, essendo che si incastra nella buca della chitarra, molto utilizzato grazie alla buona resa rispetto al prezzo: pur non essendo eccessivamente caro, restituisce un buon suono e resiste al feedback (tra i più conosciuti abbiamo i marchi Duncan, Fishman e Baggs).
Pickup a contatto: non invasivo, passivo e piccolo. Si appoggia alla cassa della chitarra senza fare danni e normalmente non ha costi eccessivi. A volumi alti può produrre dei fastidiosi feedback, ma a volumi più bassi restituisce un buon suono. Può essere una valida soluzione per chi ha bisogno di amplificazione saltuariamente (tra i migliori in rapporto al prezzo troviamo il K&K Sound Pure Mini, da alcuni considerato imbattibile, e il B-Band Acoustic Soundboard Transducer).
Piezo (undersaddle pickup): è il sistema che spesso si trova nelle elettroacustiche uscite come tali di fabbrica, ma può ovviamente essere installato successivamente (in questo caso è bene affidarsi ad un esperto). Esistono anche dei sistemi piezo passivi (che non richiedono batterie) più facili da installare.
Il piezo è posizionato all’interno della cassa, sotto il ponte (più precisamente, il saddle ) da dove capta e ritrasmette il suono (anche in questo caso, B-Band, Fishman e Baggs sono una garanzia).
Sistemi misti: combinano due o più tipi di pickup, controllabili da un singolo preamplificatore. Garantiscono una resa eccellente, essendo che possono offrire i vantaggi ed eliminare gli svantaggi dei vari tipi di pickup. Ad esempio il piezo trasmette un suono più articolato, unito al microfono che lavora bene su toni medi e bassi.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

claudio cicolin

Buona chitarra e a presto!

Claudio Cicolin

 

 

 

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