I GRANDI CHITARRISTI

IL FLATPICKING

di Sofia Savoia

Cari Guitar-Nauti,

Il mondo della chitarra è forse troppo vasto per essere conosciuto per intero, e capita sempre, anche dopo anni di studio appassionato, di scoprire qualcosa di nuovo, qualche genere inaspettato. Ci sono poi delle correnti musicali che si conoscono “per sentito dire”, ma delle quali si sa poco. Una di queste tante storie affascinanti e senza tempo è legata al flatpicking. Un nome poco conosciuto in Italia, che ricorda il fingerpicking ma che tale non è. Questo perché il flatpicking è una tecnica che ha trovato il suo sviluppo grazie al bluegrass, altro nome cui noi italiani siamo poco abituati. Di che si tratta?

Il bluegrass è un genere che ingloba molti stili, parte dal blues (con successive influenze jazz), si incontra con il country e con la musica tradizionale irlandese, fino alla inevitabile influenza con la musica afroamericana. Insomma, sembra un calderone che contiene troppe cose: in realtà non è altro che l’intramontabile folk americano vecchio stile, con la sua inconfondibile impronta blues ma dalle note più allegre, che evocano l’Irlanda. Lo si può sentire, tutt’oggi, nelle campagne americane e nei locali tradizionali, dal Texas al Montana.

È proprio con il bluegrass che il flatpicking si sviluppa: quando cioè la chitarra smette di essere un semplice strumento d’accompagnamento e inizia a ritagliarsi un ruolo da protagonista, e i chitarristi cercano un timbro unico, suonando le note e le singole corde, una alla volta, con il plettro. Il flatpicking è quindi una tecnica che può essere considerata speculare al fingerpicking: non si pizzicano le singole corde con le dita, ma si usa un plettro piatto (i comuni plettri usati per le pennate), chiamato appunto flat pick.

Ascoltare questo tipo di musica, o imparare a suonare con questa particolare tecnica, fa viaggiare nel tempo, dai primi del Novecento fino agli anni ’70. Ma non si tratta di un genere per soli nostalgici: anche oggi, come è facile immaginare, moltissimi chitarristi e compositori si cimentano a riscoprire il sapore del tradizionale, arricchendolo, ognuno a modo suo, con le esperienze contemporanee.

Ecco una lista, senza alcuna pretesa di essere esaustiva, di 5 pionieri del flatpicking, dagli albori ai giorni nostri:

 

doc-watson-articleArthel “Doc” Watson: considerato il padre del flatpicking, è stato uno dei più grandi chitarristi folk americani tra gli anni ’50 e ’60. Tra i tanti brani con cui si è cimentato, troviamo The house of the rising sun, Amazing Grace e Deep river blues.

 

 

 

 

 

 

 

 

clarence-whiteClarence White: membro dei Kentucky Colonels, diede una nuova direzione al flatpicking inglobandolo con il crosspicking e contruibuendo a diffondere l’uso della chitarra come strumento solista nel bluegrass. La sua tecnica inconfondibile influenzò moltissimi chitarristi dell’epoca e successivi.

 

 

 

Tony Rice: fu uno dei chitarristi bluegrass più influenti a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 e i suoi licks e assoli vennero presi come esempio da molti altri musicisti. Tra i suoi lavori più belli troviamo l’album Church street blues, con l’omonima canzone. Guardiamo insieme un esempio della formidabile tecnica di Tony in questo video

 

 

bryan-suttonBryan Sutton: multistrumentista che segna il passaggio con la nuova generazione, eredita da Tony Rice la tendenza ad unire flatpicking e fingerpicking, suonando con grande precisione.

 

 

 

infamous-stringdusters-onstageThe Infamous Stringdusters: gruppo contemporaneo che mantiene vivo il bluegrass senza far rimpiangere i tempi passati. Tra i vari lavori svolti fin ora vale la pena ricordare l’album Fork in the road.

claudio cicolin

Buona chitarra e a presto!

Claudio Cicolin

 

 

 

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