di Cris Mantello

 

Cari Guitar-Nauti,

la chitarra e la musica country sono un mondo incredibilmente ricco e sfaccettato. Chi in Italia ce lo può raccontare meglio di Cris Mantello, che è un musicista di punta di questo genere e ne ha fatto una vera e propria ragione di carriera e di vita? Nella sua rubrica “Country & Western” ci parla di strumentazione, stile chitarristico, storia e, più in generale, cultura di questo genere così vasto e affascinante. Buona lettura! – Claudio.


 

 

FAI CANTARE LA CHITARRA!

 

 

Ciao!

Ci siamo occupati delle parti soliste da tutti i punti di vista: tonale vs. modale, divisione ritmica, soloing by chords, etc.

L’unica cosa di cui non abbiamo mai parlato è questa: cosa rende un solo MEMORABILE? Ovviamente la melodia.

I soli più belli, apprezzati e suonati della storia, sono fondamentalmente delle parti che avrebbe potuto fare un/una cantante! Non sei convinto? Pensa ai soli di Sweet Child O’Mine, al solo di The Wall, Hey Joe, Little Wing, For The Love Of God, You Shook Me All Night Long, e potrei andare avanti all’infinito… e oltre.

Tutte queste melodie iconiche, passate alla storia mentre ancora oggi fanno storia, sarebbero potute essere eseguite da cantanti dalle doti “normali”, ovvero non da cantanti bebop o scat, ma dai rispettivi cantanti della band. Bisognerebbe fare un corso intero su questo argomento! Qui non si tratta di less is more, ma di fare bene qualcosa che emozioni, ottenendo l’effetto wow. La voce umana, come diceva anche il maestro Morricone, è il più eccezionale degli strumenti. Quindi, perché non prenderne spunto?

Tante volte ho affrontato questo argomento di striscio, spiegando come la melodia della voce (in alcuni generi, quasi tutti) sia portante; mai sono andato così diretto.
L’argomento ti sembrerà troppo generico, qualcosa che esula dalla mia area tematica. Beh, in effetti questo è qualcosa che andrebbe trattato in modo trasversale, ma io resto nel mio dominio e ti spiego perché ho deciso di parlarne qui e ora, dando al tema la massima importanza.

Già ti ho detto altre volte che, nella country music, non si considera la chitarra come uno strumento dalle note lunghe (come invece dobro, steel guitar e violino, ad esempio). Ha poca o nulla saturazione, un po’ – un bel po’ – di compressione, ma resta pulita e inadatta a prolungare l’emissione di un suono per una lunga durata. Quindi dobbiamo avere un approccio pragmatico, arricchendo la nostra melodia vocale con frasi, accordi ed escamotage atti a ridurre, o meglio eliminare, questo inconveniente.

Oggi ti voglio proporre una soluzione su di un brano che ho scoperto relativamente da poco. Lei si chiama Sara Evans, è una bella ragazza di 53 anni del Missouri, anche produttrice, che nel 2003 ha pubblicato questa bella canzone, intitolata Suds In The Bucket, che racconta di una ragazzina appena maggiorenne, la quale, di punto in bianco, scappa col suo fidanzatino a Las Vegas, a bordo di un pick-up bianco, lasciando dietro di sé i panni stesi e la schiuma ancora nel secchio (da cui il titolo).

Un brano allegro, bello, frizzante, suonato, cantato, arrangiato e prodotto a un livello pazzesco. Ascoltando l’originale, troverai una chitarra baritona (il brano è in Si bemolle) che fa delle bellissime frasi in pieno stile Nashville, mentre la parte melodica del solo viene lasciata – indovina un po’ – al violino e alla pedal steel!

Allora, ammettiamo che tu voglia suonare un brano del genere, non hai un banjo (qui ne puoi anche fare a meno), non hai un violino, né una pedal steel: che fai? Rinunci? Mah… se hai una cantante come lei (intendo vocalmente e magari anche come presenza scenica e carisma), tutto potrebbe anche passare in secondo piano, altrimenti ci sono qua io (che qualcosa dovrò pur fare) e provo a darti un suggerimento, su come creare un solo bello e piacevole ma, soprattutto in stile, che non ha nulla a che vedere con i mostri sacri che ho citato all’inizio, ma la pagnotta te la farà portare a casa, eccome.

Ti racconto come ho realizzato il video che trovi a questo link. Ti aggiungo anche il link al video originale, così non sarai costretto a vedere solo la mia brutta faccia (che tra l’altro non inquadro quasi mai, privilegiando il primo piano della chitarra).

Innanzitutto ho registrato la base, suonando la batteria (stile coniglietto Duracell), poi la chitarra acustica e il basso. Poi ci ho suonato su un po’ di volte sperando in qualche idea. Trovata la soluzione, ho registrato buona la prima, per poi rendermi conto che avevo cancellato la take buona. Preso dal nervoso, ho cancellato tutto e ho ripreso audio e video dal cellulare. L’audio è ambientale ma veritiero al 100% (l’audio dal Mac è meglio, ma il solo è differente e non voglio suonarlo in playback). Spero apprezzerai il loop di terra generato dalle luci dello studio in concomitanza con i pickup della Tele del ’59, famosi per essere silenziosi…

Adesso affrontiamo la struttura e le scelte che ho fatto, in parte d’istinto, in parte ragionate tra un take e l’altro. Non è un processo che risolvo in 5 minuti, non sono Kenny Greenberg (il chitarrista che ha registrato il brano in oggetto) nè tantomeno Brent Mason: lo sai, vero?!

Inizio dalla strofa con il finale doppio, per complicarmi la vita. Qui la struttura armonica è semplicissima. Come ti dicevo il brano è in Bb e si articola tramite i seguenti gradi: I, IV per la strofa, mentre VI, V, IV, I, nel ritornello. Non ti sto a scrivere la successione, dato che è elementare.

La melodia che ho scelto per il solo è in Bb e pensata come fosse una parte vocale alternativa, alternata a delle frasi di chitarra tipicamente country, quasi fossero una risposta alla stessa voce. All’inizio resto in un registro grave con delle scelte lineari, poco elaborate, proprio come fosse l’introduzione di un discorso, lasciando abbastanza respiro tipicamente da voce umana. Nella seconda parte della strofa (seconda nella mia base, terza nell’originale), dove sostanzialmente viene ripetuta una frase della voce, faccio una variazione melodica suonando i seguenti accordi: Bb (secondo rivolto), Eb (primo rivolto) legati, poi F (primo rivolto), e ritorno con la stessa successione (discendente) a Bb, che ripeto in forma di E (prima ero in forma di A), facendo un bending quarta-terza maggiore (nel video è molto più chiaro).

 

COPERTINA CHITARRA WESTERN mediaOra entro nel vivo, dato che sono sulla struttura armonica del ritornello. Suono una frase in Bb super maggiore sul G minor, ottenendo un effetto molto differente rispetto alla stessa frase sulla parallela maggiore (Bb), poi (marchio di fabbrica) una frase in F7th maj sul F. Adesso seguo l’armonia, riproponendo liberamente (in senso ritmico) la melodia della voce armonizzata, quindi suono Eb e Bb (come sopra), continuando con l’uso degli accordi Bb, F, Eb, abbelliti da qualche lick, sottolineando il Eb con una frasettina da steel guitar in Eb maggiore (box in forma di E). Ripeto il tutto senza preoccupazione, infatti dato il tipo di solo che ho scelto, DEVO essere un po’ ripetitivo. La melodia di una canzone lo è per sua natura! Strofa e ritornello si ripetono, quindi, con qualche piccola variazione, io farò lo stesso facendo cantare la mia chitarra.

Per concludere riprendo pari pari la parte della voce, cambiando le code (non ho le note lunghe), aggiungendo qualche movimento melodico ampio (banalmente cambio ottava) e qualche bending.

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Il gioco è fatto. Non è sicuramente il solo di Time dei Pink Floyd, ma nemmeno il brano lo è.

 

E con questa notizia bomba, ti do appuntamento alla prossima chiacchierata!

 

Cris Mantello

 

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